Inghilterra e Ceuta, Spagna e Tangeri sola linea la propria situazione di fronte alle Po-tenze vincitrici (forse ostenta un po’ più di inteso-filia, e non altro), poiché ufficialmente i Tedeschi non erano mai apparsi alla superficie nelle agitazioni marocchine; ma nella realtà essa passa in primo piano, automaticamente, per la forza dei fatti. Non ha preso, ma a mio modo di giudicare vuol prendere il posto della Germania. Le discussioni chiuse nel 1911 col documento Caillaux-Kiderlen Waechter, tra Francia e Germania, riprendono oggi tra Francia e Spagna, sebbene su basi profondamente diverse, e con tono opposto. In fondo, qui si discute fra Nazioni sostanzialmente amiche e forse — non dico questa parola a caso — fra qualche tempo alleate, se la divergenza marocchina si appiana, anzi solo a patto che ciò avvenga. La Spagna, che ieri avrebbe dovuto discutere a voce bassa soffocando le proprie aspirazioni, sconfessando i suoi nazionalisti anche se abitano a Corte, oggi alza il tono e mette in luce i suoi progetti; chiede e non dà; ritorna spa-gnuola. Non è esagerato dire che si discute da pari a pari, e non se ne stupirà nessuno che sia stato durante il conflitto attento ai fatti poco visibili. Questo atteggiamento dei colonialisti spagnuoli è del tutto logico, organico ed in armonia con il movimeno militare, economico, sociale, intellettuale, artistico, maturato da qualche tempo nel Paese, accelerato durante la neutralità, e che viene ora alla luce, a preannunziare un rinascimento prossimo, che certo tarderà meno di quanto può credersi. È stato tenuto conto in Francia 169