RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE screzione, con vivacità e con estrema franchezza. Nessuno può credere all’arrendevolezza inimmaginabile dei nostri governanti: ed essa è la sola realtà in questi avvenimenti che sembrano incredibili! Sonnino, le cui ambizioni mediterranee per l’Italia nessuno può mettere in dubbio, sarebbe, a quanto mi raccontano, meno addolorato, ossessionato com’è dalla questione adriatica, dalla quale e alla quale siamo legati e ancorati. Egli riterrebbe che, dal momento che il 7 maggio, cinque giorni fa, l’Italia ha aderito a firmare il Trattato di Versaglia senza prima avere ottenuto le decisioni cui ha di' ritto per la sistemazione adriatica, sia ora più gravemente indebolita e non possa tener duro su nessuna questione, per timore delle rappresaglie che Wilson e gli « Alleati » scaraventerebbero su Zara e sul Carnaro. Siamo incatenati come dei nemici vinti. Perfino i Tedeschi si stanno ribellando e non firmeranno il Trattato se non dopo una nuova negoziazione che Brockdorff-Rantzau mette come condizione sine qua non! Eppure essi hanno dietro le spalle un Paese prostrato e disarmato! E ci pieghiamo noi, noi vincitori, che occupiamo pegni territoriali, noi che abbiamo la flotta quasi intatta e l’esercito disposto a ricominciare! Bella Italia, grande Italia, adorabile Italia, questa Patria parlamentare! Essa impiega il massimo sforzo per raggiungere il minimo risultato, dà i suoi morti alle egemonie straniere, come tasse pagate al mantenimento di un « ordine europeo ». Così è naufragato il 7 maggio nelle acque infide di Versaglia 128