Inghilterra e Ceuta, Spagna e Tangeri Tangeri, oggi quasi completamente scomparsi; Inglesi in aumento costante e significativo; non pochi Francesi, ma fuori della vita effettiva della città, salvo che nel libero commercio, nel quale hanno potuto trovare un posto limitato; e finalmente molti Spa-gnuoli, moltissimi, quasi tutti negli alberghi e nei negozi, al telefono e alle compagnie di navigazione, venditori di coloniali e marinai, impiegati d’ammi-n'strazione e barbieri, danzatori e bettolieri, capitani di mare e guardiani di coste. Una fitta popolazione di piccoli catalani, in traffico continuo col loro paese vicinissimo, in buoni rapporti di sentimento e di affari con i non ricchi israeliti tangerini asserragliati nelle casette blu del Mellah e più lontano con i fedeli del Riff, con gli indigeni del Garb, con i negri che per un soldo spagnuolo compiono i più faticosi ed umili servigi, e vivono mescolati e contenti nella polvere e nel sole del quartiere basso di Sokko, circondato da costellazioni di mosche. L’argomento addotto dalla Francia è che nessuno è padrone, nessuno comanda, in questa Babele in miniatura, dove certe arcaiche costumanze sopravvivono in tali forme, che i colonialisti inglesi ne sarebbero scandalizzati. Un pascià vi rende la sua giustizia nel nome del Sultano; svariati uffici postali si distribuiscono la disorganizzazione dei servizi, e solo auello inglese è internazionale; fucilieri spagnoli e francesi si mescolano sul territorio di confine e 1° loro funzioni si confondono; le nazionalità non sono bene definite; industria e commercio o non esistono o vi stagnano pigramente; disordine ed incertezza, 171