RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE eia il transito delle navi da guerra delle altre Potenze. Il Re si è reso conto che la Spagna non ha soltanto dei diritti ma anche dei doveri: il suo diritto consiste nel riprendersi Gibilterra senza pagarla con nessuna sia pur piccola moneta, ma il suo dovere consiste nelPinternazionalizzare il porto, cioè liberare il passaggio alle navi di tutti i Paesi attraverso quella piccola porta che separa il Mediterraneo dal-l’Oceano. Questo medesimo dovere renderà un giorno possibile alla Spagna riacquistare la sua rocca, ma senza consentire all’impero Britannico la creazione di un altro controllo, più efficace e più spietato del primo, a danno delle altre Potenze. Durante la neutralità, il Governo di Madrid ha fatto molte esperienze, una delle quali è questa: che se, nel futuro sviluppo degli avvenimenti internazionali e nel futuro conflitto europeo, la Spagna vorrà riprendere una posizione di dignità, di efficienza e di realizzazione dei propri interessi, deve fin da ora cominciare a svincolarsi dalla sopraffattrice tutela degli Inglesi e dei Francesi: ma sopratutto degli Inglesi, per dimostrare all’Europa che essa agisce in nome della sua personalità storica e non al servizio degli interessi egemonici altrui. La richiesta britannica di Ceuta è servita al Re per riaffermare nuovamente, e questa volta in via ufficiale, il diritto spagnuolo su Gibilterra, così che la questione può dirsi oramai aperta: ma gli è servita anche e sopratutto per enunciare alcuni principi generali della nuova incipiente politica spa- 180