« AM1T1É » FRANCO-INGLESE PER LA TURCHIA E LA GRECIA droni del Levante, i revanchistes di Ankara, i soli orientali capaci di battersi per anni, con pochi mezzi, con pochi viveri, con molto spirito di sacrificio e valor militare. Gli Inglesi non li vogliono. Venizelos marcerà, sarà lo strumento della condanna a morte della giovane Turchia, pronunziata a Londra. L’indomani mattina, l’Italia è isolata. La Francia ha ceduto completamente e senza riserve. Durante la notte, Millerand ha dato la via libera a Lloyd George e ne ha ottenuto in cambio il magro e illusorio bottino da portare a Parigi, magro e illusorio ma indispensabile alla sua posizione di fronte al Parlamento e allo Stato Maggiore: ha soltanto ottenuto, contro l’abbandono di ogni resistenza sul problema greco-turco, l’assicurazione inglese che nessuna obbiezione sarà fatta a Londra se la Francia vorrà iniziare un’azione energica e magari militare contro la Germania, per obbligarla a versare integralmente le iperboliche riparazioni stabilite dal Trattato. Quelle riparazioni sono diventate, nel retrocervello contabile di ogni borghesuccio francese, la camera automatica di compensazione di ogni spesa, di ogni sacrificio, di ogni perdita, di ogni danno e di ogni dolore sopportati per arrivare un anno fa alla vittoria! Se n’è cominciato a parlare con gli Inglesi. La riunione di Boulogne-sur-Mer si scioglie. Lloyd George ha telegrafato a Venizelos che predisponga tutto per l’offensiva: la flotta inglese la sosterrà. Millerand rientra a Parigi col suo sacco di soddisfazioni da elargire ai deputati e alla borghesia, col rimorso di avere bandita la guerra nel Mediterraneo e 253