RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE ci fossimo buttati in quel tempo a fare gli anti-tur-chi o gli anti'triplicisti, certamente la Turchia si sarebbe svegliata dal letargo e avrebbe chiamato in Albania in soccorso l’Austria, e tutto sarebbe stato compromesso, e forse l’Italia avrebbe dovuto prepararsi ad una guerra per l’Albania. Status quo, sta-tus quo: con questa formula ho addormentato nell’alcova della Triplice i giovani turchi e gli «annessionisti » dell’arciduca Ferdinando, e sopratutto ho preservato in concreto l’unità, l’integrità e la fi-sonomia nazionale degli Albanesi, che potranno domani volentieri appoggiarsi molto fiduciosamente ad una grande Potenza come la nostra, mai però diventare schiavi. Gli Albanesi colti e maturi alla vera politica, sanno che l’azione italiana li ha preservati dal pericolo di scomparire nell’eterogeneo coacervo austro-ungarico. Infatti io non ho mai pensato alla possibilità di un’Albania schiacciata o avvilita sotto il tallone di un dominatore: questo, nessun Albanese ammetterebbe, nè l’Italia, se mai dovesse proteggere l’Albania, penserebbe di fare; perchè oltre tutto anche i nostri legami intellettuali con l’Albania sono sempre stati liberi e profondi nell’ordine superiore, da popolo a popolo. E questo possiamo farlo proprio noi Italiani, il cui umanesimo può operare quei miracoli che ad altri non sono possibili. — Anche questo avete scritto, Eccellenza. Ricordo le parole: « Gli Albanesi musulmani come gli ortodossi non ricusano i favori austriaci, ma hanno maggior simpatia per l’Italia, e inclinano verso l’in- 90