!', WAFD1SM0 EGIZIANO CONTRO L’iMPERO INGLESE Nel campo politico, la catena dei perchè britannici è molto più serrata, più logica e più inesorabile: essa risale alla « provvisoria occupazione » del 1882, la data in cui l’Inghilterra osò e l’Italia non osò. Mi sono molto spesso domandato, in questo anno in cui sono stato a contatto cordiale e confidenziale con gli Egiziani, che cosa a noi sarebbe toccato se nell’82 avessimo accettato di partecipare alla occupazione di Alessandria; e ho concluso, per mio conto e teoricamente e per quel che possono valere i calcoli fondati sui « se avessimo », che in ogni caso avremmo potuto ottenere compensi altrove: per esempio in Libia; avremmo potuto insediarci a Tripoli trent’anni prima, e definire con anticipo di alcuni decenni la nostra fisionomia di Potenza mediterranea. Tutta la storia della nostra azione diplomatica dopo l’unità è ricca di tappe negative, che sarebbero state positive « se avessimo »... Il primo atto della vita europea dell’Egitto moderno rimonta al 1840, ed è la carta originale della Convenzione di Londra; è la Carta Costitutiva (Firmano del 13 febbraio del 1841); sono i documenti che chiusero diplomaticamente la laboriosa crisi « turca » della indipendenza e della libertà d’Egitto, che all’Europa politica aveva cagionato il lungo malessere durato dieci anni. Per oltre quarant’anni il Kedivato detenne il potere, fino al 1882. Poi il Congresso di Therapia, mentre la flotta francese bombardava tranquillamente la città, decise che « nella sistemazione dell’Egitto le Potenze si impe- 287