Africa, Mandati, Gibuti: jamais, jamais, jamais del frate quattrocentesco e del centurione romano, si agita continuamente e le sue mani quadrate non stanno mai in riposo. Mi parla di Mussolini come dell'uomo nuovo, l’uomo del popolo, l’azione che matura. , Una sera intera di questa mia breve parentesi romana l’ho trascorsa a casa sua, solo con lui. Mi fa mille domande sulla Francia, ed io rispondo per quello che so, ho visto e capito. Gli parlo della grande forza militare francese, del loro patriottismo lucido e ardente, della loro capacità finanziaria, del loro prestigio spirituale, di tutto quel vivo complesso di valori morali e materiali che essi definiscono (da merveilleuse variété française». Cor-radini mi lascia parlare, esporre, precisare, collegare. Poi conclude lui, tirando fuori da un cassetto un vecchio articolo di Rastignac nella Tribuna di tanti anni fa, tempo dell’incidente del Manouba e del Carthage, quando i francesi ci creavano difficoltà per la occupazione di Tripoli, come ce ne avevano create accanitamente prima e dopo la battaglia di Adua. E legge la fine dello scritto di Morello: — « Quando noi Italiani avremo le case piene di culle, ed ogni culla conterrà una o due testoline ricciute, e voi francesi avrete più bare che culle, allora... allora... ». La delegazione Orlando-Sonnino, firmato il trattato di Versaglia con la seconda delegazione tedesca, ha subito lasciato Parigi, e quindi il governo. Non avevano voluto rinunziare a quella giornata 133