Borghesi e conservatori versagliesi nell’Europa Socialista non sono anch’essi favorevoli, nell’intimo del loro cuore, ad un allargamento delle leggi fondamentali? Non avevano essi dato, per puro buon nome di partito e rispetto alle tradizioni, la battaglia che aveva minacciato pericolosamente di ampliarsi fino a mettere in discussione le fondamenta dello Stato? Credo che a tutte queste domande si può rispondere così: i radicali sono francesi anch’essi, e dunque conservatori: il loro conservatorismo prevalse sul loro radicalismo, e si chetarono. Millerand è andato all’Eliseo. Questi episodi passano nella cronistoria parlamentare. Il fatto politico che sopravvive è questo: che Millerand è andato alla direzione dello Stato col consenso delle Camere a che la Costituzione sia mutata, e con i diritti di Presidente ampliabili. La Francia si avvierà così, se Millerand vorrà, verso una forma repubblicana che porterà sempre più a destra l’indirizzo generale della sua vita? I poteri supremi, che al Parlamento furono dati dalla Comune, andranno gradatamente diminuendo, e passeranno in parte, a poco a poco, nelle mani di un Capo di Stato, che potrà anche diventare responsabile? Forse non succederà niente di niente, e tutto resterà come prima: ci sarà stata una « battaglia » parlamentare di più. Sono allora tutti felici e sereni e soddisfatti del regime, i cittadini di questa Repubblica? Non tutti: i repubblicani, certo; i conservatori, certo; i