Africa, Mandati, Gibuti: jamais, jamais, jamais africano avrebbero potuto essere costituiti soltanto da rettifiche di frontiera, ma jctmais da territori di mandato. De Martino, in numerose riunioni con Milner e con Simon, ha sostenuto in questi mesi che l’articolo 13 non prevedeva però che l’Italia avrebbe dovuto sopportare durante gli ultimi 18 mesi di guerra il peso di tutto l’esercito austriaco, liberato dall’esercito russo: e ha chiesto fermamen-te il mandato sul Togo, in compenso dell’accresciu-ta potenza degli altri in Africa. Ma nulla ha ottenuto, neppure quando ha rivolto un formale invito ai due « Alleati » affinchè si attengano alle leggi della solidarietà fondata sui patti scritti, e riconoscano che questo è anche il loro interesse. Anzi, continui regressi facevano le nostre discussioni con la Francia, la quale ad ogni nuovo incontro aveva ritirato le embrionali ammissioni fatte nella seduta precedente, fino a quando non aveva addirittura fatto capire che era proprio inutile continuare le conversazioni. E poiché il Ministro Simon si comportava in modo da lasciare adito al sospetto che volessero ottenere dall’Italia una dichiarazione qualsiasi di chiusura della discussione per fatto nostro, cioè per non avere noi accettato quanto la Francia ci offriva (?), De Martino ha voluto al contrario consacrare che le discussioni erano sospese perchè nulla ci veniva concretamente offerto, e che perciò tutta la questione dei compensi coloniali all’Italia restava aperta e avrebbe dovuto essere regolata in un prossimo futuro. Appena la Delegazione Tittoni è arrivata a Pa- 141