RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE dica, continuata, per saldare il passivo ed andare verso una maggiore libertà economica. Non la estinzione, ma la trasformazione del Debito Pubblico da debito anglo-francese in debito interno egiziano, era la formula politica, preparatrice di una fase di agiatezza nazionale, sulla quale solo possono fondarsi le speranze di un popolo la cui rivolta è allo stato potenziale. Se non che, il governo inglese aveva troppo bene, sebbene un po’ tardi come gli suole accadere, compreso che risanare il Debito Pubblico voleva dire per i nazionalisti egiziani incamminarsi verso l’indipendenza: era un’arma già vicina al suo funzionamento, e bisognava spuntarla in sul nascere. Allora, d’accordo tra Inghilterra e Francia, il controllo fu allentato fino a diventare una pura formalità senza contenuto: l’interesse delle grandi Potenze alla salvazione della finanza egiziana diminuì, scomparve: l’Inghilterra rimase sola padrona, e moderatrice suprema dei valori interni ed e-sterni del misero Stato assoggettato. La riserva monetaria da questo accumulata traverso i lunghi sacrifici e con economie cui s’erano aggiunte le normali entrate del bilancio, aveva toccato i 700 milioni di franchi: ma in soli nove anni dopo la rarefazione del controllo scemò (1915) ad una cifra inferiore ai 100 milioni. Dove era andato il resto della ricchezza accumulata? Lavori pubblici in grande quantità imposti dai governatori inglesi, avevano assorbito il capitale: lavori pubblici dei quali gli Egiziani non solo contestano la utilità, ma sulla cui esecuzione elevano gravi accuse concer- 280