RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE farne un paese di indiminuibile indipendenza; che è ingiusto supporre noi disposti a indebolire o in-taccare tale integrità territoriale, quando dichiariamo apertamente che siamo invece di essa vigili custodi, e che non vogliamo a nessun costo, appunto per questo, che altri faccia politica ed azioni opposte; che è invece necessario ed urgente domandarsi se non sia da compiere altrove, in piccole capitali balcaniche, la indagine interalleata, per la identificazione precisa dei veri pericoli che corre l’Albania, dei veri nemici che ne minano l’esistenza. La verità è che tutti sono pronti a sacrificare l’indipendenza albanese, la quale doveva cominciare ad essere un fatto, nel pensiero dei pochi uomini di Tirana, il 2 agosto 1920, giorno dello sgombero italiano: esattamente dal 2 agosto 1920 la indipendenza albanese ha cominciato a trasformarsi in una pericolosa chimera! È rara nella storia l’esistenza di un popolo ugualmente sventurato, e maggiormente favorevole alle proprie sciagure. Va da secoli cercando la sua vita nazionale attraverso avventure di dolore, di guerra, di schiavitù, e costantemente, allo sbocco di ogni avventura, trova un nuovo servaggio, subisce una nuova aggressione, soggiace ad una nuova guerra, soffre una nuova lunga ed atroce interruzione della propria esistenza. È il popolo senza pace e senza tregua; la tragedia lo ha stremato, spezzato, avvilito e inferocito. Ma ricomincia i suoi errori, i nuovi uguali ai vecchi, fatalmente, condannato da una colpa che non si riesce a comprendere quale sia stata o ancora sia. 102