RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE cano messo alla prova o sottoposto ad un plebiscito parlamentare, ma di veder fino a qual punto, nella pratica applicazione responsabile e nella coscienza degli eletti popolari, i principi esecutivi del potere repubblicano resistano ai « tempi nuovi », Sarà capace la Francia di conservare il buono e di rifondere tutto il cattivo? Questo è il suo dramma, e sorge il dubbio ch’essa sappia sì conservare, ma non preservandosi — invece solo invecchiando. Una delegazione di uomini politici si recò dal signor Millerand, con lo scopo di ottenere spiegazioni sulle dichiarazioni che aveva fatto. Millerand disse che da lungo tempo considerava necessaria la modificazione di alcuni articoli della Costituzione; aggiunse che aveva creduto che una decisione potesse essere presa prima che fossero risolti i gravi problemi finanziari ed economici. Il suo pensiero a tal riguardo era stato precisato dopo l’armistizio. Disse pure che « la Costituzione permette la continuità dell’azione del Governo in materia di politica estera: così la revisione avrebbe per scopo non di accrescere il potere personale del Presidente, ma di mettere completamente al servizio delle autorità governative l’autorità di cui il Presidente è investito ». Era una sconfessione della proclamata necessità di riformare la Costituzione? Neppure per idea: un’attenuazione parlamentare, ma anch’essa verbale. Perchè dunque si ritrasse l’opposizione e si liquefece il tentativo di « concentrazione delle sinistre »? Tuttavia avevano deposto le armi: era loro bastata una soddisfazione appariscente. Non erano e 350