VII « AMITIÉ » FRANCO-INGLESE PER LA TURCHIA E LA GRECIA Parigi primavera 1920 Da quando ha assunto la Presidenza del Consiglio, Agostino Millerand — eminente patrono socialista della più cospicua e pingue clientela plutocratica che avvocato di affari possa desiderare, e d’altronde simpatico maneggione un tempo di scioperi proletari ed ora di minuziose congiure parlamentari — gira e rigira tra le mani grassocce e pratiche la pesante e spinosa eredità lasciatagli da Clemenceau: il Trattato di Versaglia, la nessuna volontà tedesca di eseguirlo, e i rancori che da tutte le parti circondano la Francia, isolandola. La Francia ha trattato i nemici come criminali e gli amici come nemici. La massa dei sentimenti ostili che la premono dal di fuori, costituisce la sola compagnia di cui essa avverte la presenza e la vicinanza accanto a sè, in Europa. Millerand s’è assunto il compito irrealizzabile di trasformarli in simpatie, ma s’è assunto anche il compito di obbligare i Tedeschi 228