RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE Iona è stata abbandonata da Giovanni Giolitti, quella Valona che forse egli particolarmente detestava perchè gli suscitava l’insopportabile ricordo del primo atto interventista del governo di Antonio Sa-landra; che aveva fatto sbarcare in quel porto i marinai italiani come primo annunzio dato alla Triplice Alleanza, nel 1914, che l’Italia da quel momento intendeva affermare nel corso della guerra europea tutti i suoi naturali diritti con tutti i suoi mezzi. Così tra l’esultanza dei traditori e dei fuggiaschi, in un momento di profondo scoraggiamento e di disorientamento di tutto il nostro Paese, la più bassa sottospecie del degenerato parlamento italiano è riuscita a sottrarre all’Italia, complice il prototipo del morente regime, le basi stesse della nostra già mutilata vittoria adriatica, quelle basi senza le quali essa corre oramai rischio di non potersi più reggere su nessun lato, e di crollare fra le ansiose braccia dei suoi avversari che ne aspettano il tonfo finale. Così è stata in poche ore demolita una lunga, coerente, penosa e fruttuosa fase della vecchia politica estera italiana, quella che pur nel seno della Triplice aveva affermato l’essenziale dei nostri diritti adriatici. L’opposta sponda è stata messa a disposizione di tutte le forze che vogliono eventualmente allearsi contro l’Italia, è stata lasciata libera di offrirsi alle forze a noi ostili — poiché non è vero, come ha affermato alla Camera Giovanni Giolitti, sapendo di mentire, che chi possiede l’isolotto 94