RACCONTI POLITICI DELL'ALTRA PACE la Santa Sede dichiarazioni favorevoli alla politica separatista del Quai d’Orsay. (Ho anche ragione di pensare che poco prima, nel convegno di Aix-les-Bains fra Giolitti e Millerand, non tanto il Presi' dente francese, contrario al progetto parigino, quan' to Filippo Berthelot che accompagna i ministri ai convegni per esercitare su di essi il controllo dei tra-dizionalisti del Quai d’Orsay, abbiano domandato al Presidente italiano un consenso implicito alla pò-litica separatista in Baviera, in cambio di una pressione francese sulla Jugoslavia per indurla ad accettare le condizioni che dovrebbero poi costituire il nostro Trattato con Belgrado. Giolitti ha risposto no.) Le indagini che sto conducendo a Monaco mi confermano in concreto che il Vaticano ha sostanzialmente osteggiata l’azione del signor Dard. Durante il 1920 il Pontefice Della Chiesa ebbe qualche momento di incertezza e di debolezza, che poi egli stesso in fine di quell’anno, e Papa Ratti appena salito al trono, dovevano con i fatti sconfessare ed annullare. La direttiva vaticana nella politica con la Germania è questa: mantenere intatto lo Stato tedesco, creare in Baviera una forte situazione alla Chiesa cattolica, raggiungere anche per tale via il « concordato » con la Prussia protestante, saldando così un altro anello alla catena di influenze che la Santa Sede va collegando dal principio della guerra intorno al vecchio mondo ed al nuovo. Ma un anno fa, quando non ancora alcuni paesi balcanici avevano aperto le porte al rappresentante del Papa come oggi hanno 218