Inghilterra e Ceuta, Spagna e Tangeri alla Spagna, alla Spagna che non aveva partecipato alla guerra — per il fatto solo che essa era stata neutrale ma piuttosto simpatizzante per la Germa-nia — una politica ispirata direttamente al concetto versagliese delle sanzioni contro i nemici, e contro i tiepidi o indipendenti amici. La Spagna doveva pagare il fio di non essere intervenuta nel conflitto europeo accanto alla Francia, o meglio questo era il pretesto necessario e sufficiente al Quai d’Or-say per perseguire e realizzare finalmente, anche nei confronti di Madrid, la tradizionale politica francese, eh’è quella di impedire comunque l’accrescimento degli Stati confinanti; politica che, ereditata integralmente da Richelieu, si è perfezionata sotto la Terza Repubblica nella subordinata: impedire il rafforzamento nel Mediterraneo delle altre Nazioni latine. Nulla di nuovo in questo per gli Spagnuoli, abituati da secoli a vedersi tagliare la strada e mozzare il respiro dalla Francia: ma quest’ultima esperienza, fatta dopo che Madrid ha spontaneamente offerto l’alleanza alla Francia, avanzando tenui richieste che si riducono all’assicurazione di non essere osteggiata nel Marocco, ha prodotto nello spirito del Re e nella maggioranza dell’opinione pubblica reazioni che non è più possibile dominare. Incapace, per insipienza e scarso spirito nazionale o addirittura per cattiva volontà, di raccogliere i fermenti che circolano nella Nazione in senso contrario a ricercare l’amicizia francese, il governo inetto di Santiago d’Alba è stato travolto dalPopposi-