RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE convenienze di cointeresse; è una politica estera di esigenze finanziarie enormi e di bilanci scoperti, di armamenti militari e di preoccupazioni di frontie-ra, che con linguaggio meno indulgente chiameremo ansia quotidiana, assillante, atroce, che impedisce ai Francesi di vivere nella lieta libertà e sicurezza relativa di spirito in cui vivono bene o male gli altri popoli. Chi vuol dividere questa infelicità di una razza? Mancano pel momento in Europa collettività nazionali animate da così fraterni intendimenti, e disposte a correre così terribili rischi. Si tratta — parole chiare — di conservare e salvare la Francia: la conservino e la salvino da sè! Allora ecco i Francesi soli con la prossima guerra. Allora ecco la necessità della nuova base, della nuova propoganda: la loro politica interna. Parigi vuol concludere il bilancio della catastrofe diplomatica della pace francese con questa proposta: — « Facciamo la politica estera solo per noi e per i nostri interessi; facciamo invece la nostra politica interna, in un certo senso, anche per gli altri ». — Nel senso di mostrare agli altri che questo ancora devono apprenderlo a Parigi, come si conducono le masse; che il loro interesse è di avere nel cuore di Europa quel faro luminoso di sana reazione al veleno infame, questo centro di conservazione che impedirà ai più vicini di lasciarsi annebbiare la vista dalle utopie riformatrici, poiché sarà loro presente il felice esempio della tradizionale Repubblica. Essi dicono, ora: — « Notre politique intérieure 308