IL WAFD1SM0 EGIZIANO CONTRO L’iMPERO INGLESE Il ribasso disastroso assumeva proporzioni di calamità nazionale per un paese che ha nel cotone la sua unica risorsa. Fu chiesto aiuto al governo di Londra: o mettesse a disposizione dei grandi esportatori crediti capaci di far acquistare forti quantità di cotone, e con la cui vendita nel Continente i debiti sarebbero stati coperti, così da evitare la congestione; o permettesse al governo locale di acquistare un terzo almeno del magnifico raccolto, ad una media di 15 talleri, per salvarlo dalla speculazione e rivenderlo per conto dell’Egitto al momento del rialzo: ma per ciò fare, occorreva essere autorizzati ad una emissione di banconote a corso forzoso. Il governatore si oppose, dietro istigazione del Governo inglese, tenuto sotto minaccia dai commercianti del Lancashire... Tuttavia le banconote furono emesse, e l’oro che doveva corrispondere alla metà del loro valore fu spedito a Londra. Fu una scandalosa operazione d’assoggettamento economico. I mercanti inglesi comprarono il cotone a prezzo bassissimo, senza scomodarsi a pagarlo in oro, ed il contadino egiziano lo vendeva non più per farne commercio, ma per vivere, per non essere distrutto dalla fame; il ricavato gli bastava appena per pagare le imposte; quando non aveva più talleri, pagava con i gioielli della sua donna. Un’ordinanza ufficiale del 10 settembre 1914 autorizza gli agenti delle imposte a ricevere gioielli invece di oro monetato. Era la spoliazione. Il fellah si ridusse a vendere il suo magnifico cotone a tre talleri il quintale per pagare le tasse, a vendere il bestiame 277