RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE riaccostare le classi lavoratrici alla borghesia di classe, il salariato al padrone: gli è propizia in quest’opera la crisi socialista, il distacco della massa dai leninisti. Si allarga cosi smisuratamente, sino alle più eccentriche periferie della popolazione francese, quella vasta piattaforma nazionale, estranea alle classi ed ai partiti, sulla quale egli si leva: cosi e perciò sarà Capo dello Stato francese. All’interno, comincia ad avvertirsi il contrasto tra un generico disegno « monarchico » nazionale, nel quale tutta la politica repubblicana viene accuratamente inquadrata, e la fisonomia costituzionale della Francia. Tutto nel Paese va al capitalismo e a destra, e all’esterno verso i reazionari esiliati dell’esercito dello Czar e verso la Segreteria dello Stato Pontificio. Tutto poggia sull’asse conservatore: gli spiriti, le ricchezze, le speranze. Ma la Repubblica, la Repubblica resta una creazione di sinistra, terribilmente di sinistra nelle origini, ancor gravemente di sinistra pur nella sua espressione attuale. Parlare di crisi di regime, oggi non può essere che uno sforzo o uno sfoggio di fantasia puramente decorativo: è fuor di dubbio che esiste una corrente decisa a fare tutto il possibile perchè i poteri del Capo dello Stato siano ampliati, in misura non compromettente per le fondamenta del regime: in modo progressivo all’ ora e al tempo opportuni, ma ampliati. Quanto, in questa aspirazione dichiarata, entri la propaganda monarchica dei valorosi scrittori dell* Action Fran-gaise, quanto il nobile contegno tenuto sul fronte di guerra dai militanti dell’idea orleanista, quanto la