RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE zione nella effettiva gerarchia storica. Ma sappiamo anche che dobbiamo pagare in questa fase il no-stro sviluppo fatale, con sacrifici con dolore e con sangue. Per ora, questa perdita annua di Italiani equivale ad un costante svenarsi: negli ultimi tempi abbiamo perduto fino a 500.000 Italiani all’anno. Parigi, 1920 La pace fra tutti i vincitori e tutti i vinti è stata conclusa, tutti i trattati sono stati firmati e sono entrati in vigore, intere parti del mondo africano ed orientale sono state ripartite tra le Potenze democratiche nostre « alleate », e all’Italia non è stato dato nulla. La nostra posizione demografica è rimasta immutata, con questo di peggio: che ora sappiamo di dover attendere un’altra guerra, prima di poter di nuovo nutrire la speranza di rovesciare nelle terre, vicinissime o lontane, del Mediterraneo e dell’Oceano la nostra popolazione eccedente. Finora potevamo credere che il conflitto europeo ci avrebbe consentito di risolvere questo nostro fondamentale problema, ora sappiamo che siamo stati ingannati e traditi. Il problema della nostra emigrazione resta intatto: resterebbe intatto, se non avessero già cominciato a chiudersi le porte dei Paesi americani che finora accoglievano le masse italiane espatriate. Ma gli Stati Uniti del Nord si accingono ad applicare severe leggi restrittive sugli afflussi delle popolazioni europee e particolarmente della nostra. Le Americhe latine, per ragioni di- 298