RACCONTI POLITICI DELL’ALTRA PACE L'Idea Nazionale conduce, in armonia con il Popo- lo d’Italia di Mussolini, violenta e serrata campa-gna contro quello che sarà il Trattato di Versaglia. Alle 6,30 ho già lavorato tre ore. Dalle 7 alle 9 dormo alla meglio su un sofà che fu di moda prima di Sédan, tra un mucchio di fogli odorosi di inchiostro fresco — il profumo dei miei anni giovanili — in un'aria infetta satura di intermittenti fughe di gas, di puzzo di sigarette spente e di sentore di caffè filtro. Alle 9 mi portano le edizioni cittadine di tutti i quotidiani, e prima delle 10 telefono direttamente a Milano il « nuovo ». Il « nuovo »... Ma vecchio e nuovo notiziario, tutti i giorni, da sei mesi, dànno sempre lo stesso succo: succo anti-italiano. Arrivato a Parigi, dopo tre mesi di servizio sul fronte nostro, mi diressi al quartiere di Albricci a Bligny. Non feci a tempo, si può dire, a presentarmi al nostro generale, che l’armistizio spezzò la guerra, quasi improvvisamente. Prima, a Parigi hanno aspettato con trepidante attesa che gli Italiani attaccassero con tutte le loro forze: ci avevano detto chiaro e tondo che se prima non scatenavamo noi l’offensiva su tutto il nostro immenso arco di fronte, essi, i Franco-Inglesi, non si sarebbero mossi dalle vecchie linee fronteggianti la massa delle armate tedesche. Nei quindici giorni durante i quali hanno dovuto attendere che noi dessimo inizio alle operazioni, hanno diffuso in tutti gli ambienti i peggiori 16