FORTUNOSO SALVATAGGIO DELL'INDIPENDENZA ALBANESE Perciò fu allora successo grande della mia diploma-zia, e posso ben vantarmene oggi che vivo tra le ombre, quello di avere ottenuto dall’Austria un accordo con l’Italia per il rispetto e la conservazione dello status quo territoriale albanese. Fu per questo che l’Albania rimase praticamente autonoma e potè avviarsi al suo nuovo destino, che non so quale potrà essere precisamente domani, ma che certo si volgerà lungo un itinerario che comincerà dalla testa di ponte di Brindisi, e di lì salirà per la via Ap-pia. Per lunghi anni pensai, e non celai a nessuno, che certamente l’Italia era la sola Potenza che concepiva e desiderava lo sviluppo autonomo della Nazione albanese. Infatti, appena avessimo consentito ai nostri rivali di affacciare nelle discussioni internazionali un qualche dubbio sulla capacità degli Albanesi a costruirsi uno Stato, ne avrebbero profittato per occupare il Paese. Io impegnai l’Austria a rispettare l’integrità dell’Albania, avendo impegnato questa a proclamarsi fiduciosa nel suo destino autonomo! Posso anzi dire che sono riuscito, quando ero ancora Ministro, ad ottenere dal Governo che la Triplice Alleanza fosse rinnovata solo dopo che l’impero austriaco ci aveva garantito che non avrebbe occupata l’Albania, e che vi riconosceva i preminenti interessi italiani. Ci voleva poco a riconoscerli! « Se a Valona ci fosse un’altra Potenza, le forze navali italiane in caso di guerra dovrebbero fronteggiare due Biserte ». — Ma l’Italia non può restare indifferente alle sue sorti future! 87