Inghilterra e Ceuta, Spagna e Tangeri la Penisola. Il peso della grande vicina diventa sempre più insostenibile per le esigue, anche se altere, spalle spagnuole, e Londra non dà il minimo segno di interessamento per la situazione di Madrid, considerandosi legata dal suo obbligo contrattuale di lasciare mano libera alla Francia nel Marocco. Come se il Marocco comprendesse i Pirenei! In realtà il Foreign Office non farà mai nulla per accrescere l’autonomia internazionale della Nazione che reclama la restituzione di Gibilterra. Durante la recente stipulazione dei così detti accordi di Tangeri — che hanno sepolto le aspirazioni spagnuole sotto i protocolli formulati, Spagna quasi assente, per internazionalizzare la funzione del porto e della città — si è potuto chiaramente vedere che nessun affidamento la Spagna potrà mai fare sull’appoggio degli Inglesi: l’effettiva spartizione del Mediterraneo fra i due egemoni occidentali esclude automaticamente ogni ipotesi di altri partecipanti. Quando gli Spa-gnuoli hanno riconosciuto che null’altro vi è più da fare per indurre la Francia a mutar tattica, sono andati spontaneamente alla ricerca dell’altro popolo mediterraneo che può aiutarli nel tentativo di sottrarsi all’accresciuta minaccia francese. E il Re è venuto a Roma. È il primo segno di rinascita di una politica estera iberica, è il primo germe di una sua futura più vasta e più armonica autonomia, è il primo accenno ad una volontà, dopo la conclusiva sconfitta nelle acque cubane. Da allora, la Spagna non ha conosciuto che la rabbiosa sottomissione alla Francia e 187