46 7 signor duca di Savoia. Una è che sua eccellenza non riscuote le gioje sopra le quali essi hanno prestato molti denari al duca Carlo; e sono ormai cresciuti tanto gl’interessi che eccedono la valuta di quelle. Si sono offesi poi per il dazio che sua eccellenza ha posto a Villafranca sopra le robe e navilj che vanno da Genova in Provenza e Spagna, e che ritornano; onde vengono a cavarsi i dieci mila scudi che s’ affitta quel dazio 1 quasi tutti di borsa di loro Genovesi. Dispiacque loro il proibire, che fece il signor duca che Piemontesi potessero pigliare il sale da Genova, e cose simili. E finalmente stanno in continuo sospetto temendo che un giorno il duca di Savoia con queste sue tante galere non s’impadronisca di Savona, lo che non sarebbe per tornargli difficile per la mala soddisfazione che hanno quelli popoli del governo che gli fanno sopra essi Genovesi; li quali non pure hanno loro atterrato il porto, che era il più bello che fosse in quella riviera, ma hanno fatto loro una fortezza nel più bello della città, proibendo loro di far mercanzie di qual si voglia minima importanza, e convenendo finalmente a quelli di Savona portar quelle poche entrate che sono nelli loro confini a Genova, e poi, volendole usare, convien loro andarle a trarre a Genova stessa, in modo che quei popoli si da-riano ai Turchi non che a qualsivoglia principe cristiano. Resta ora eh’ io renda quelle grazie a vostra serenità ed alle signorie vostre eccellentissime eh’ io sappia maggiori, e se potessi immortali ancora, non pur di questo carico ed onore che le si degnarono già di commettermi, ma di cosi grata e benigna udienza che si sono 1 Non pare che questa cifra concordi con quella notata sotto il medesimo titolo nel computo generale delle entrate del duca di Savoia.