202 e non sono senza timore di non potersi di lui valere e delli fanti predetti, e non si saziano di dolersi dei Francesi e dirmi che ogni loro speranza è posta nella celsitudine vostra; la quale venendogli a meno, e credendo essi di non si poter sostentare, saranno costretti prendere partito, sebbene conoscono non lo poter fare senza loro gravissimo danno: e veramente sebbene fanno ogni provvisione e dimostrazione di volersi difendere gagliardamente, pure io non posso di ciò non temere. Altro di nuovo più di quello che nelle mie lettere di jeri si conteneva non si ha. Ed alla buona grazia ec. Di Firenze li 21 di Agosto 1529« CARLO CAPELLO LETTERA XLI1I. SERENISSIMO PRINCIPE Dappoi l’ultime mie dei 21, ho tardato a scrivere alla serenità vostra per non vi essere stata cosa degna di notizia di quella. A’ 24 reverentemente ricevei le sue degli 8 con il riporto delle cose del signor Turco. Comunicai subito il tutto a questi signori, non mi partendo dall'ordine di quella, e tolsi da ciò occasione di accrescerli di animo e di accenderli secondo il mio solito alle provvisioni prontissime, ed alla difensione gagliardissima dello stato, e della libertà loro. Le signorie loro dimostrarono di avere sommo contento, e soprammodo desiderano la prosperità e li felici successi del detto signore, nè di altra cosa temono se non che troppo tardi il procedere di quello. A’ 2G essendo venuto un fante nostro ordinario, ed. avendomi riferito a Bologna dal governatore essergli state tolte tutte le lettere, sopraggiunse un messo mandatomi dal predetto governatore, che è il protonotario da Gam-