318 alla patria sua, devo io particolarmente per tante e tanto immeritate beneficienze esserle immortalmente obbligato. Ed alla grazia della serenità vostra umilissimamente mi raccomando. Di Firenze li i3 di Agosto i53o. CARLO CAPELLO P. S. Il signor Malatesta mi ha due fiate richiesto ch’io offerisca alla serenità vostra ad ogni servizio suo la persona sua e cinque o sei mila fanti eletti-E veramente come non si può negare che non siano genti valorose quelle che si trovano con sua signoria, così mi pare superfluo dire del chiarissimo valore di quella, e quanto sia accorta ed avveduta '. i Ho notati questi due epiteti perchè svelano il giudizio che il Capello facesse del Malatesta; intorno il quale se le convenienze diplomatiche non gli permettevano di dare in queste lettere più aperta testimonianza, tornato in patria altamente proclamò il tradimento da lui operato, come consta da una lettera contenuta nel codice 5g5 della classe strozziana nella Biblioteca Magliabechi; lettera ch’io mi propongo di pubblicare insieme a molt’altre del Feruccio, dell’Oranges, del Gonzaga, del Carducci, del Carnesecchi, dell’ Alamanni e di altri, relative all’ assedio di Firenze. Con questa lettera si couchiude la corrispondenza e, cred’ io, la legazione del Capello ; avvegnaccliè da questa ultima missiva ap-paja come il governo suo, presentendo la imminente crise della Repubblica di Firenze, lo avesse già deputato ad altro carico. A noi tardava di raggiungere la fine della medesima, non per distenderci nei numerosi rilievi dei quali la materia ci offrirebbe argomento, ma per fermarci ad uno solo, al quale nel corso di queste lettere abbiamo accennalo, cioè al giudizio ebe debba farsi di Malatesta Buglioni, intorno gli operati del quale troviamo in questa