i3o Jori passò di qua don Lorenzo Toscano vescovo di Lodeva Va in Francia. Si parli, per quello che ho inteso, da Roma l’ultimo del passato, e dice che il pontefice di nuovo non dava più udienza , e che i medici non glielo permettevano, e che ne facevano mal giudizio nell’andare verso l’autunno. Questo stesso hanno questi signori, non per lettere ma da alcuni venuti da Roma. Avendo scritto sin qui, ho avuto l’incluse lettere del primo del presente date in Genova, che si conformano con li detti del Raguseo, come vedrà la serenità vostra; alla quale reverentemente dico che non saria male che a questi tempi si trovasse sempre quà alcuno dei suoi corrieri per ogni rispetto. Io mi sforzo con ogni diligenza e poter mio di tenere tutti quei modi che penso poter essere di onore e di utile alla serenità vostra, alla quale umilissimamente mi raccomando. Di Firenze il dì 6 Giugno 1529. CARLO CATELLO. LETTERA. XIV. SERENISSIMO PRINCIPE Jeri scrissi alla serenità vostra quanto accadeva per un corriere di questi signori spacciato da me in diligenza. Ora scrivendo il signor ambasciatore di Ferrara al suo duca, non ho voluto mancare di dirle che questi signori jeri nella pratica loro, dopo lunghissime dispute, hanno deliberato di mandare il mandato alCarduc- 1 Uomo del ve di Francia, dal quale fu mandato al pontefice, ed ora se ne tornava.