345 dell’ordinario, dicendo che li mercanti per la gravezza de’ pesi insopportabili pigliavano altri esiti ed altre espe-dizioni, il che aveva causato che in Ancona si riducevano tutte le faccende ; affermandomi che l’arte della lana, che già soleva dare centoventi mila ducati l’anno, ora non risponde che settanta mila , per un solo poco di aumento che volle mettere il duca ; che volendo poi ritornare ai primi termini, non s’è mai più potuto restituire il solito avviamento, e qui mi disse più volte : 5? Sia benedetta >1 Venezia , che per le comodità che vi hanno li mercanti » non ha da dubitar de’ suoi dazj, come noi di qui, che n andiamo sempre di mal in peggio, che troppo la vuol •n federe per sottile il duca, il che torna di troppo gran » danno , e non vuol credere che come li mercanti non » possono star sicuri con li loro avantaggi, fanno male loro n e peggio li principi. » Ma ritornando a quello che io diceva prima, dico che da tante rendite pubbliche cava d’ entrata questo principe ogn’anno da tutti due gli stati di Firenze e di Siena più d’un milione d’oro ', e questi Fiorentini, che sono mirabili uomini in saper fare il calcolo adosso al loro principe, senza fallare di un soldo, affermano che accrescendosi Siena di gente, d’animali, e di coltura, è per cavare questo principe in pochissimo tempo più d’un milione e mezzo d’ oro, di modo che si può concludere per quel che chiaramente si vede, che al denaro vi attende con tutti gli spiriti, perchè nel solo denaro spera e confida: e pagati tutti li suoi ufficiali, dottori, ministri, e magistrati , e detratta tutta la spesa per la sua casa particolare e de’suoi figliuoli e de’suoi presidj e soldati, avanza ogni anno seicento mila scudi, li quali non si toccano mai, e 1 Vale di ducati, ovvero zecchini.