z5o loro, r onore, la vita , la libertà ; nè sono senza pensiero , per conservarsi dal nemico, se si vedranno abbandonati da’ cristiani, di ricorrere al fa a ore ed ajuto del signor Turco. Hanno avvisi da Genova da Luigi Alamanni de’ 18, come i Genovesi avevano ricevuto un breve dal pontefice, e che per satisfare a sua santità avevano levato 11 commercio con Firenze, acciò che questi signori non si servissero del denaro loro. Il che però è stalo conforme al desiderio di questi signori, i quali già avevano ordinato che fossero armati alcuni brigantini, ac-ciochè dello stato loro non si traesse più alcuna quantità di biade, come quelli che pensano che potriano aver maggior bisogno di quelle che del denaro, il quale ogni ora è più pronto e più copioso. Serenissimo principe, la necessità mi astringe dire alla sublimità vostra, che la spesa la quale in questa guei’-ra e in questo assedio io sopporto sempre si fa maggiore, ed ogni giorno si raddoppia, di sorte che nè la provvisione che io ho da quella , nè la tenuità mia la può sostenere, ne è possibile che io vi duri se la grazia della serenità vostra non mi soccorre ; la quale può esser certissima che io di ciò non parlerei se non vi fossi sforzato, essendo desiderio mio di spendere non solamente gli averi, ma eziandio la vita nei servigi di quella ,per beneficio della quale io non sarò mai veduto ricusar fatica , o vero fuggire incomodo o pericolo alcuno. Ed alla grazia ec. Di Firenze li 26 di Novembre 1529. CARLO CAPELLO P. S. Tenute sino a oggi dì ultimo di novembre da mattina. Il principe è giunto in campo con fanti seicento