84 Queste, serenissimo principe, sono quelle cose che m’è parso di dichiarare alle signorie vostre della città e repubblica di Firenze comprese per me in questa legazione, nella quale ringrazio il signore Iddio che son seguiti molti buoni effettia beneficiodellesignorie vostre. Il primo de’quali fu, che essendo Firenze in tumulto ed in armi in buona parte con chiedere le armi i cittadini,sotto pretesto del Borbone che accennava muoversi da Milano, e i Medici già pensando a mettersi in salvo tanto potei io, per la riputazione delle signorie vostre, con la promessa, ch’io feci in pubblica udienza, che sarebbero aiutati e difesi dalle signorie vostre, che la cittì s’acquietò, e il reverendissimo di Cortona, e il magnifico Ippolito ripresero vigore ed animo, e li cittadini ritornarono a corteggiarli, come prima facevano; ed ebbero detti Cortona ed Ippolito ardire di ritenere tre cittadini di buona condizione per sospetto di congiura contro alli Medici *. 1 Allude ad un tumulto anteriore a quello dell’aprile del 27, il fi® ultimo del quale, più forse che lo spavento del Borbone, era anche allo» di ricacciare i Medici da Firenze. In questo incontro, come negli all» d’egual natura che succederorigli, la condotta del Cardinal di Cortona no' fu eguale al bisogno, e fini screditatissimo presso gli stessi palleschi. 11 lettoli non sgradirà ch’io riproduca quello che il Varchi (L. 8.°) dice della sua mor te « Ricomposte le cose tra il pontefice e gl" imperiali, in quel tempo fi" « il papa si trovava malato nel letto, il Cardinal di Cortona arrivato in « ma andò per domandar perdono a sua santità c tentar di riavere, giusti' it Beandosi, la sua grazia : e gittatosi in ginocchioni per baciargli il piato « il papa fortemente turbato e sdegnato mostrandosegli , tirò con tutta '¡l!L' « poca forza che aveva i piedi a sè ; altri dicono che gli diede un calci« « nel viso; della qual cosa il cardinale prese tanto dispiacere, che toru1' « tosene a casa s’accorò di maniera, che postosi nel letto, senza p°tcri1 « confortar mai, infelicemente inori: fine degno per avventura della dal1' « pocaggine sua, ma non già della fede, la quale egli mantenne seml>i'e * Furono Giovambattista Pitti, Bernardo Giachinotti, e Barto!umI)1: Pescioni « imprigionati (dice il Varchi L. 2.0) più tosto per non parere di111 « far nulla, che per credere di far qualche cosa. »