36y e che il nome suo sia famoso ; ma non vuol però che il Turco venga in cognizione che il bailo de’ Fiorentini 1 dipenda immediate da lui, nè che la nazion fiorentina abbia che fare col duca -, perchè in ogni caso che le sue galere »facessero danno ai luoghi e navilj turcheschi, non vuole il duca che il Turco abbia attacco coi Fiorentini e con i loro capitali in Costantinopoli, nè che di quelli possa far rappresaglia. E questo fine mi pare che gli riesca a bene, perchè dei danni fatti per il ponente alle navi turchesche, ed ultimamente per le sue galere ritrovate e prese nella impresa delle Gerbe, il signor Turco non ha mai fatto movimento contro i Fiorentini. Ha il signor duca di Firenze eziandio un’ altra intenzione; ch’egli vorria che il signor Turco tenesse sempre in timore con le sue galere il re Filippo, acciocché questi fosse per aver sempre bisogno e delli suoi aiuti, e del suo consiglio ; perchè gli par ora che non vi sia altra via di poter più stringere il re Filippo di questa, ne altro mezzo maggiore di levargli non solamente il pensiero delle cose di Siena , ma di trovar modo di ricuperare le fortezze di quello stato, talmente che di Siena non abbia mai più a dubitare. E non voglio restar di dire, che quando seguì la strage dell’armata cattolica alle Gerbe, il re Filippo si pose in tanto terrore e spavento, pensando che la perdita fosse maggiore, e che fosse impossibile rifare più l’armata, e che il Turco fosse per seguire la vittoria e non fosse per porvi tempo, di’ egli pensò e disegnò e si risolse di volere al tutto procurare una pace o vero tregua col Turco, tanto più che sapeva che alla morte dell’iimperatore Carlo V suo padre, il Turco si si era lasciato intendere che con Filippo non era per far ' Ossia il rappresentante loro in Costantinopoli. A