272 Oltre di ciò vi è, che avendo monsignor di Tarbes con leltei'e sue ricercato l’oratore regio qui residente che si trasferisca a Bologna per interporsi in questa materia con il pontefice e Cesare, come persona pratica e intelligente delle condizioni e cose di questa città; e desiderando sua magnificenza di aver da questi signori più largo modo di poter trattare, questi jersera nella pratica e consiglio degli Ottanta hanno deliberato non solo di non mandar più oratori al pontefice, ma eziandio di non dar mandato alcuno all’ ambasciator francese-, il quale dimani si parte, ma ringraziare sua magnificenza del buon volere suo verso questa città, e pregar quella che col pontefice e con Cesare voglia fare ogni buon ufficio, facendo loro intendere che sempre saranno ritrovati prontissimi a tutte le condizioni convenienti, purché recuperino lo stato della repubblica e conservino la libertà ed il presente governo: le quali cose piuttosto che cedere, sono prontissimi a sostenere ogni estremità, e da loro abbruciar questa città, e poi volontariamente esporsi alla certa morte con esempio immortale. E cosi veramente si vede ogni giorno la costanza in ognuno più crescere e gli animi rendersi più ostinati sprezzando e le facoltà e la vita e tollerando ogni incomodo ed ogni pericolo, tanto è il desiderio di difendere e conservare questa libertà, con maravigliosa speranza nel Nostro Signore Iddio, e ferma opinione di indubitatamente conseguire il loro fine. Altro non ho che dire alla serenità vostra, se non che ogni giorno le forze di questa città crescono di genti che vengono dalle compagnie di fuori, e la maggior parte di quelli fantiche io dissi alla serenità vostra che con quelli tre capi Orsini passarono nell’esercito cesareo, il giorno dipoi ritornarono in questa città, non avendo vo-