J9 mollo forti, e poi di dentro sono piene di ghiaja mescolata con calcina, di’è una materia tenacissima, di maniera die a fare un piccol buco stanno due giorni con li scalpelli; laonde li pratici hanno opinione che siccome si richiederebbe assai tempo ad atterrare quelle mura con l’artiglieria, presto mancherebbe il vivere ad ogni esercito che fosse fuori della città, e gli converrebbe levarsi. Inoltre da questa banda, di dentro dalle mura, vi sono tanti vacui che vi ponno stare genti d’arme con la lancia in su la coscia, e fanterie in ordinanza, e ponno far quanti fossi e ripari vogliono, per guisa che questa parte è reputata difensibile e forte. L’altra parte della città oltre all’Arno, verso mezzodì e versò Siena, è posta alla radice dei colli, e però da questa parte le mura ascendono li colli eli cingono nella città, acciochè venendo esercito da quella parte, ei non la possa dominare: e perchè dalla parte verso oriente vi sono due colli che non sono cinti dalle mura, che sono San Miniato e San Francesco, però quando andai a Firenze il reverendissimo di Cortona 1 fece fare due bastioni sopra questi colli , e con ripari di terreno li cinse ed unì alla città. Le mura da questa parte sono alquanto deboli, e però avevano fatto in diversi luoghi de’ bastioni, li quali dominavano gli altri colli e valli che sono oltre le mura; e l’illustrissimo signor Federico da Bozzolo e poi l’illustrissimo signor capitano delle eccellenze vostre 1 avevano opinione, ' Silvio Passerini cardinale di Cortona mandato nel 1024 da Clemente VII a governare lo stato di Firenze pei due giovani Medici Ippolito ed Alessandro. i Comandanti questi ( il duca d’Urbino Francesco Maria ) pei Veneziani, quegli per Francia l’esercito italiano della lega italo-francese ; esercito chiamato in Toscana dai Medici nell’aprile del ■>.’], nel frangente della temuta invasione del duca di Borbone, come vedremo piìt innanzi. Federigo da Bozzolo della famiglia dei Gonzaga morì nel dicembre di questo medesimo anno