242 gione che noli si perdesse tanta occasione con perpetua ed immortale loro obbligazione a questa repubblica. Altro non mi occorre, se non umilissimamente raccomandarmi alla grazia della serenità vostra. Di Firenze all’ ultimo d’ Ottobre 1529. CARLO CAPELLO LETTERA LXL SERENISSIMO PRINCIPE Da poi 1’ultime mie dell’ultimo del passato, non ho altro che dire se non che i nemici non hanno più tirato alla terra, si giudica perchè non facevano frutto, ma ben continuamente sono stati e massimamente oggi in grandissime scaramuccie, e sempre con loro perdita. Jeri entrò la signoria nuova con opinione di ognuno che abbia a procedere severissimamente contro quelli che si sono dimostrati contrarj al presente governo: e già questa mattina, per l’autorità delle sei fave ', hanno deposti li signori otto di guardia e balia, perchè non usavano quella diligenza e quella severità nelli processi e condanne che pare a questa città che si ricerchi, e ne hanno creati de’nuovi con autorità che quattro di loro ridotti possano dare espedizione ad ogni causa. La guerra che si fà è a morte, e quanti si prendono de’lanzi e spagnuoli, tutti si ammazzano, perchè il simile fanno quelli di questi. La città non manca di ogni diligenza e di tutte quelle operazioni che si convengono, e non ha in parte alcuna faccia di timore. Alla grazia della serenità vostra umilissimamente mi raccomando. Di Firenze li 2 di Novembre 1529. CARLO CAPELLO. * Vedi a j>ag. 6i.