239 ognuno e di quelli della milizia istessa; cosa certamente a questi tempi meravigliosa da udire non che da vedere, le armi congiunte con la pietà e timor di Dio. Nella terra non si sente mancamento o rumore, nè disordine alcuno. Il denaro si mantiene abbondante, ed a questi giorni fu per il pubblico, tra gli altri, venduto il palazzo e podere nel quale alloggia ora il principe, e ne fu ritrovato la valuta, come si saria fatto nei tempi felici \ A’25 ritornò Francesco Nasi mandato con gli oratori di questi signori che sono presso il pontefice, il quale fu subito la mattina seguente rispedito, per quanto per più vie ho potuto intendere e dalli signori Dieci stessi, con risoluzione ed ordine, che perseverando il pontefice nelle sue prime voglie, come per relazione di detto Nasi si intendeva, fatto il convento tra Cesare e sua santità, abbiano tutti insieme a ritornare; ed acciocché li predetti oratori possano eziandio supplire appresso Cesare, hanno mandato loro le lettere di credenza per sua maestà. Jeri sera il signor di Monbardon mandato da Cesare al principe, passando di qua, fu a questi signori, e sotto pretesto di l’ingraziarli del salvacondotto avuto per il passo, si sforzò di spaventarli con dire che Cesare veniva a Bologna con dieci mila fanti, li quali voleva mandare a questa impresa, e che il duca di Milauo era come accordato, e si doveva ritrovare in persona al convento, e che il duca di Ferrara e la sublimità vostra si accordavano con sua maestà, e che alla coronazione si pubblicherebbe la pace, e che solo da questo stato procedeva che la non fosse universale. Questi signori risposero che non hanno guerra con alcuno, e che portano somma os- 1 Così i Romani venderono il terreno dove Annibale stava accampato.