48 renze per andare a ritrovare il Borbone e farlo retrocedere, gli mandarono dietro cento mila ducati per darsi in parte dell’accordo. Ma Borbone in questo mezzo essendo entrato nella valle, ed avendo superato tutti i passi difficili di essa, il commissario dei Fiorentini messe li denari in luogo sicuro, e il viceré fu assalito dai villani, dai quali con difficoltà si liberò, e si salvò a Camaldoli ; e di poi andò al campo cesareo, e di lì a Siena. Ora essendo già penetrato l’esercito del Borbone nello stato de’Fiorentini fino alla Pieve a San Stefano, e vedendo le difficoltà che v’erano in contentarlo, e non essendo senza qualche sospetto di fraude negli imperiali, ovvero (come alcuni sentivano) del viceré ancora, che avesse in ciò tortuosamente operato; o fosse che le genti erano indomite e che lo stesso Borbone non le potesse governare, li signori Fiorentini incominciarono a sollecitarmi di far venire il duca d’Urbino nostro capitano generale con il suo esercito in loro favore, quale si ritrovava fra Reggio e Modena, e così il marchese di Sa-luzzo con li Svizzeri e gente francese, quale si trovava ad Imola, ed io non mancai mai con lettere a vostra serenità e all’eccellentissimo messer Alvise Pisani provve-ditor generale presso il duca d’Urbino, ed all’eccellentissimo messer Zuanne Veniero provveditor generale che era col marchese di Saluzzo, che muovessero in favore dei Fiorentini, giudicando il pericolo loro ben grande; benché a loro Fiorentini dicessi sempre che non sperassero nelle nostre genti finché avevano appresso di loro il viceré e che praticavano di raffermare l’accordo del pontefice1.1 quali finalmente vedendosi delusi da Borbo- 1 II lettore intende di leggieri come dopo l’accordo pattuito in Roma tra il Pontefice e il viceré, Firenze dovesse considerarsi staccala dalla lega.