1J3 « prevalere ». A me parve occasione di parlare diffusa-niente in tal materia, e mi sforzai, per dir brevemente alla serenità vostra, di dimostrar loro che come la rovina loro non poteva procedere se non dalla composizione con Cesare, cosi la conservazione era posta nella sola difesa, usando principalmente (oltre il cosLante desiderio del pontefice di riavere questo stato, e l’unione di Cesare con sua santità ) queste due parti; l’una quanto poco si potevano fidare degli accordi con Cesare; l’altra che sempre che sua maestà abbia confermate le cose sue, come quella che è benissimo chiara delle condizioni e volontà di questa repubblica, si vorrebbe in ogni caso assicurare e levar via Pisa e Livorno e tutte le fortezze, e porre presidio nella città, in modo che sariano sempre servi; e che bisognava che essi primamente si aiutassero, e che poi di mano in mano non gli verrebbero meno gli aiuti della serenità vostra e del cristianissimo. Il gonfaloniere usò ottime parole e mi ringraziò, e quattro delli Dieci mi vennero ad accompagnare, e mi dissero: « Araci basciatore, non guardate alle parole del proposto, che (c le ha dette da per sè, e la ferma volontà delle città è « di correre ogni pericolo per la difesa, nella quale ab-« biamo posta ogni speranza ». Di poi sono stato con l’oratore di Siena, e di consentimento di questi signori ho usato ogni diligenza in persuaderlo che la mutazione di Perugia e di questo stato saria la servitù della repubblica sua, e che altro non si attende dal pontefice, sebbene sotto altri pretesti, che rjponere in casa Fabio Petrucci 1 per poter poi di quella città disporre a piacer suo, e che in ciò ha favorevoli li Cesarei. Mi ringraziò molto, dicendomi che quella repub- " Vedi la nota a ciò relativa nella lettera '¿8." I