al dovere, e a quelle cose che .si convengono a buon cittadino e più veramente al vicario di Cristo , non debbono nè vogliono oramai usar più l’opera nè della serenità vostra nè d’altri indarno, essendo massime di nuovo da pochi giorni in qua confermati per vie certissime di questa volontà del pontefice, e non volendo , come ho detto nelle soprascritte lettere mie , che gli animi si delli cittadini come delli soldati si rallentino, sotto la speranza di simili trattamenti, dalle loro debite operazioni, e si ritraggano dal fervente desiderio del combattere, pel quale, mediante la grazia d’iddio alla loro giustissima causa, sperano di conseguire la conservazione della libertà loro. Che però quando la serenità vostra si potesse interponere con Cesare, al quale confessano di avere somma osservanza, nè avere con la maestà sua guerra alcuna , quella li troveria sempre presti a tutte le cose ragionevoli e convenienti, e le sariano sempre tenuti ; ricercandomi con grandissima istanza ch’io preghi la serenità vostra che avendo così buona mente verso questa città, voglia ora che l’indugio porta tanto pericolo soccorrerla almeno di quello ch’ella può comodamente e con secretezza, cioè di qualche somma di denari , e fare che pervengano nelle mani del commissario Carne secchi a Castrocaro; non avendomi espressa altrimenti la quantità , ma per quanto ho inteso particolarmente da alcuni di questi signori, desidererebbero di essere serviti almeno di sessanta mila ducati, con li quali potrebbero molto più facilmente provvedere ai loro presenti bisogni , e ne sarebbero immortalmente ricordevoli ed obbligali alla serenità vostra. E di ciò in conformità ne scrivono alTorator loro. Nè voglio mancar di dire a quella che questo ufficio