204 Genova dei 24 dagli oratori loro, nelle quali si conteneva solamente che avevano avuta F udienza pubblica da Cesare, e che sua maestà aveva usato parole genera- li. Questa sera essendo stato da questi signori, mi hanno detto poco innanzi aver ricevuto dalli predetti lettere del 26, nelle quali sono avvisati che Cesare a’ 3o doveva partir di Genova per Piacenza, e che già aveva inviato pezzi dieci di artiglieria, tra colubrine e sagri, condotti di Spagna, e che aveva in sua compagnia da persone due mila. Li oratori di questi signori non avevano avuto più udienza, e, ricercati di ciò da me, mi hanno detto che non sanno se anderanno dietro a sua maestà, e mi hanno affermato per dette lettere non aver altro., e che deir armata non si fa menzione. L’ambasciator ferrarese mi ha mostrata una lettera di Antonio Torelli, uno degli oratori del duca suo a Cesare, data in Genova a 23, nella quale si contiene che il giorno seguente col collega suo si doveva partire; e il detto ambasciatore mi ha detto, che avendosi li prefati oratori allegrato con Cesare della venuta sua e della nuova pace, ed offertogli le forze del signor loro, se ben piccole, non rispose altro se non queste istesse parole: « Se mi bisognerà, comanderò. » A queste è incluso la copia di un breve pontificio per monsignor di Tarbes, il quale si partì martedì da Roma. Vi è eziandio un capitolo di una lettera da Livorno del 22; nè altro si è inteso. Non mancherò di usare ogni diligenza, e delle cose intese darne subitamente notizia alla celsitudine vostra; alla grazia della quale umilissimamente mi raccomando. Di Firenze alli 28 d’Agosto 1529. CARLO CAfELLO