91 non volevano fare questa palese dimostrazione d offesa a 111 Cesarei, ed erano deliberati di lasciarlo passare; il quale già aveva modo, se avesse voluto, di andare a Siena, e di li al campo cesareo, senza passare per il nostro campo nè dei Francesi. E credo che fu il signore Iddio die m’inspirò ad usare così in benefìcio di questo eccellentissimo dominio. La sublimità vostra, serenissimo principe, perle cose dette può estimare, ed anche non estimar molto la repubblica fiorentina. La può stimare assai per essere città forte, ed in regione fortissima, che mal può essere oiljka, e di dove può facilmente offendere altri: ed appresso per avere assai modo di ritrovar denari, essendo quei cittadini parchi, industriosi, e pronti a pagar le gravezze, ed avere stato di sorte che si ponilo fare molti e burnii fanti, massime in una parte di esso. Ma all’incontro è da stimare non molto quella repubblica, per essere divisi li cittadini e discordi e molto facili a mutare il governo, e timidi per natura, ed anche percausa dei loro palazzi che sono fuori della città, come è detto sopra. Pertanto si può estimare quella repubblica secondo le occorrenze, ed usare dell’ opera di quella fino a che se n'ha bisogno, governandosi per giornata, secondo succederanno le cose, come s'è fatto al presente, che l'amicizia ili Firenze è stata finalmente il mezzo di preservare questo stato illeso: perchè come avessero li Cesai ei d transito per Toscana e denari da Firenze, non avehdo altri nemici che noi in Italia, senza dubbio vernano contro di noi, e con le genti sopra il nostro sialo <■ la confederazione ed unione che hanno avuta le signorie vostre con Firenze è stata causa d’intrattenerli. Per le quali cose è altresì da ringraziare nostro si-