37i onorato, non come duca nè re, ma come imperatore ; cosa insolita, anzi non mai più veduta \ Intorno al che è da dirsi che il signor ducaebbepri-ma il disegno di voler fare questo convento con sua beatitudine in Bologna ; ma per le voci già sparse ingelositisi tutti i principi d’Italia , e specialmente Filippo sospettando di qualche lega si lasciò intendere che il convento di Bologna non gli piaceva, perchè pareva che il papa volesse venire a Bologna non per ritrovarsi con, il duca, ma per andar poi a visitare Milano patria sua , la (piale esausta e gravata di tanti carichi avrebbe dovuto per onorarlo far cosa oltre le forze sue ; il che fece soprastare l’andata , e rimetterla del tutto. Ma gli animi non soprastetter già, nè si rimossero ; perchè il duca era riso- 1 Pio IV corrispondeva in ciò all’ obbligo di riconoscenza ch’egli teneva verso di Cosimo, per gli ufficj dal medesimo usati in promuoverlo al pontificato, e si manteneva fedele alla dichiarazione de’suoi sentimenti verso di lui, espressi con queste proprie [parole: Le cose sue le abbiamo per nostre, e le nostre vogliamo che siano sue, e V uno averà sempre a servirsi ed aiutarsi dell' altro, e sarà sempre tra noi un cuore e un'anima medesima. In questa andata di Cosimo a Roma, il papa gli preparò 1’ alloggiamento nel proprio palazzo, e diresse personalmente i preparativi dei quartieri e delle camere per il comodo di tanto ospite. Volle che fosse ricevuto con i principali onori di quella corte, e tutta Roma concorse a secondare il genio di lui, e a meritarsi il favore del duca. La mattina del 5 novembre fu ricevuto alla porta della città dai cardinali Borromeo e Vitelli, c poi incontrato dai cardinali di Ferrara e Santa Fiora, e condotto a palazzo, dove il papa lo ricevè in pubblico concistoro. La nazione fiorentina di Roma era concorsa alla pompa di questo ricevimento : gli adulti a cavallo uniformemente vestiti, e i giovani in numero di quaranta in costume di paggi. Sulla sera e con l’istesso treno fece il suo ingresso la duchessa , ricevuta essa pure dal papa in presenza di molti cardinali nella sala di Costantino. Che se, come vedremo, a tante dimostrazioni non furono corrispondenti gli effetti pei quali Cosimo si era condotto al pontefice, ciò fu soltanto perchè le cose erano maggiori degli uomini; perchè il favorire Cosimo ne’suoi disegni importava una completa rivoluzione nell’ordine politico dell’Italia, e il pericolo di una lotta forse del pari pericolosa agli interessi politici e religiosi della corte di Roma.