VINETIANA LIB. XI. 197 lia, a fare alcuno importante movimento a fervido delia 1547 Corona di Francia. Teneva parimentte fomentate le fol-levationi de’Senefi , & con la fperanza de’fuoi a]uti gli confortava a difendere la libertà. UnloHt tri Ma fopra tutto il Pontefice > & il Rè ( era già frà lo-ro confirmata, & ftatuita unione, havendo Horatio Far- j'sLna. nefe figliuolo di Pier Luigi tolta per moglie una figliuola naturale di Henrico ) volfero l’animo, & i penfieria tirare feco in unione, & lega il Senato Vinetiano, fopra ^ che {limavano doverfi fare il principale fondamento di ten- fi ¡forcano tare in Italia alcuna cofa con frutto contra Cefare ; per %g*lSt" lo qual’effetto mandò il Rè a Vinetia Monfignor di Sui-fon, perfona per la nobiltà fua di molta {lima ; adope- Ptrfore randoii per il medefimo Monfignor dalla Cala, che v’era «w*».* * Nuntioper il Pontefice, con molta caldezza. Speravano "nT" quelli, dovere ne’Vinetiani ritrovare a ciò maggiore prontezza , & facilità, che per T adietro non s era fatto, pelle cole, che pur dianzi fi fono confiderate, de’ penfieri , & progredì di Cefare, & principalmente per l’importan- p;„ Luigì za, & indignità del fatto del Duca Pier Luigi, il qua- comt an" le era flato ammazzato da alcuni gentil’huomini Piacentini congiurati infieme, con affenfo & participatione, come communemente era creduto, di Don Ferrante Gonzaga, Luogotenente di Cefare in Italia ; & la città di Piacenza dal medefimo Don Ferrante era {lata con buon Eteecup*t* numero di fanti Spagnuoli occupata, & tuttavia tenevafi • a nome di Cefare ; onde fi fcorgeva, che non pur con aperta forza, ma con infidie afpirava Cefare ad ufurparfi gli {lati altrui . Il qual fatto conolcendofi, che a Vinetiani darebbe grande fofpetto, & difpiacere ; il Gonzaga , cercando di temperarlo , haveva fubito mandato a Vinetia Giovan Battifta Schizzo Senatore Milanefe a darne conto al Senato , aflìrmando non efferne lui flato in alcun modo 1’ auttore , ma non havere però potuto ricufa-re , eflendo chiamato, òc ricercato da gli occifori del Duca , che fubito erano ricorfi a lui in Milano, d’ andare a ricevere quella città in nome di Cefare , fin tanto che H. Taruta . Tom.II. N 3 s' *n*