luto seguire li loro capi. Coiitinuameute si fanno scaramucce, e fino sulle porte con morte eli molti dell’ una e dell'altra parte. Ed alla grazia ec. Di Firenze li 9 di Febbraio i53o. CARLO CAPELLO LETTERA LXXVIIl. SERENISSIMO PRINCIPE Se la diligenza potesse sempre adempire il desiderio, io avrei da poi 1’ ultime mie dei 9, sebbene non è occorsa cosa di molto momento, scritto più fiate alla serenità vostra per non tenerla in lunga aspettazione di quanto di giorno in giorno di qua succede; ma cosi da ogni parte dagli eserciti è cinta e stretta questa città , e lauto si teme della pena delle forche nella quale incorrono sì di dentro come di fuori quelli che portano lettere, che io non ho potuto innanzi ora trovare chi si abbia voluto esporre al pericolo. E però queste mie saranno come un sommario di quanto dipoi è accaduto. Alli 11, essendo uscito Ànguillotto da Pisa con la scorta, da una imboscata di quelli di fuori di cavalli quattrocento e fanti due mila fu morto insieme con trenta compagni, e ne furono feriti da quaranta, con non piccolo pericolo che il bastione e la porta alla Croce fosse da essi di fuora occupato, avendo il capitano che vi era alla guardia, per soccorrere il detto Anguillot-to, quasi del tutto abbandonato quel luogo; pure non seguì altro disordine, ed il prefato capitano per tale errore fu per questi signori privato della compagnia e ritenuto. Dipoi, a’ 1 3, si presentò il nuovo esercito ' nel pia- 1 Si vergognava egli forse il Capello di usare, anche co’suoi, parole più dif- 18