ic>4 nu venuti in quel ¿’Orvieto alcuni capitani Spagnuoli per fare cinquecento fanti. Io mi sforzerò d’intendere più par ticolarmente ogni cosa, e di quanto avrò ne datò notizia alla serenità vostra, alla quale ec. Di Firenze li 7 di Giugno 1529. ■CARLO CAPELLO. LETTERA XVI. SERENISSIMO PRINCIPE Alli 7 scrissi alla serenità vostra. Martedì poi di notte, culi quella riverenza che mi si conviene, ricevei le lellere sue delli 43 onde la mattina di poi fui subito con questi signori, e li esortai, secondo il desiderio della celsitudine vostra, a gagliardi provvedimenti, e che omettessero le scuse, le quali ornai il tempo 11011 porta; e mi sforzai di dimostrar loro che quando 11011 fossero a ciò pronti per beneficio universale, come si conviene a repubblica ed italiana e cristiana, il dovevano fare per comodo proprio, non potendosi fidare in alcun modo di Cesare per molte allegate ragioni, sì che 11011 dovevano mettere la speranza loro in alcuna altra cosa maggiormente che nel concorrere con tutte le forze loro con i signori confederati: la qual sola via è atta a render Cesare alla pace facile, ed a noi della guerra più certa vittoria. Yi era la signoria, li Dieci vecchi e li Dieci nuovi, che jeri entrarono nel magistrato, e tutti sono della pratica, e tutti dimostrarono di essere di questa istessa opinione, ed ebbero molto grata la prontezza della serenità vostra, promettendomi che 11011 erano per mancare in cosa alcuna, e dicendomi che avevano scritto in Francia