conila parte della mia relazione, che è del modo del governo della città e repubblica di Firenze.E per procedere più breve ed ordinato che mi sia possibile, ne discorrerò medesimamente secondo la dottrina d’ Aristotile, il quale dice essere sei operazioni o sei cose, senza le quali le città non ponno essere conservate; e prima pone il culto delle cose divine, cioè la religione, senza la quale è comune opinione d’ognuno che nè repubblica nè città nè stato nè famiglia alcuna particolare possa lungo tempo conservarsi: seconda mette li alimenti e le vettovaglie: terza, le arti e gli artefici, quali seno sommamente necessarj per l’uso dei cittadini e per far la città abbondante di gente e popolosa: quarta, le armi, sì perchè il governo abbia obbedienza, come anco per difesa nelle guerre: quinta, la facoltà d’aver denari e per le necessità quotidiane, e per le guerre, cosa sommamente utile e necessaria : sesta, il consiglio delle cose civili, che comprende le materie deliberative, e giudiciarie e il governo dello stato. Ci rea al culto divino la città di Firenze dimostra in vero essere una devota, cristiana e religiosa città; perchè in essa sono molti bellissimi e sontuosissimi templi, ed ornatissimi di tutte le cose necessarie, frequentati molto da tutta la città e a tutte 1’ore. Nelle avversità e nei pericoli li signori Fiorentini ricorrono a Dio, ed alle processioni ed orazioni ; e quando dubitavano che i lanzichenecchi con il duca di Borbone dovessero passare in Toscana, allora facevano ogni venerdì processione col corpo di Cristo, e tutta la città andava dietro con grandissima devozione 1. r Indi a pochi mesi , 1* oratore avrebbe potuto aggiungere la singolare testimonianza della mozione di Niccolò Capponi gonfaloniere, il quale , il9 feb-