ficasse tal nuova; ma clic questo ricercar d’ambascia tori ragionevolmente indicava piuttosto il contrario, cioè clic* Cesare ed il pontefice fossero fuor di speranza di delti accordi; non essendo verosimile che essendo quelli seguiti, ed avendo così ristretta questa terra, e falta tanta spesa, ricercassero da loro quelle condizioni, le quali tante fiate non hanno voluto pure ascoltare; ed ora più chemai essere da aprirgli occhi, che quello che non hanno potuto fare con 1’ armi e con la forza non lo facciano con l’ingegno e con l’astuzia; essendo da considerarsi dalle signorie loro che una nuova elezione di ambasciatori,ed una nuova trattazione d’accordo potrebbe facilmente favorire il desiderio di Cesare e del pontefice negli accordi con gli altri principi, e render questi più facili e più pronti; di modo che lor signori venissero così ad essere isti-u-mento di far seguire quello che più d’ ogn’ altra cosa temono che segua: aggiungendo a queste tutte quelle ragioni con le quali con ogni destrezza io potessi levarli di opinione di eleggere delti ambasciatori. E veramente il parlar mio fece non piccol frutto, perchè non solamente mi ringraziarono, ma dipoi in tutte le loro pratiche e nel consiglio degli Ottanta più fiate proposta la materia, per li due terzi fu deliberato di non mandar detti oratori. Ma questa notte avendo questi signori ricevuto lettere dal commissario loro di Castrocaro dei 29, elettele in presenza mia, nelle quali si conteneva la pace tra il pontefice, Cesare, la serenità vostra, Milano e Ferrara essere seguita, e per tutti quei luoghi circonvicini essere stata pubblicata, e fatte dimostrazioni grandissime di allegrezza, e più che molti di quelli di Ravenna riducevano l’aver loro a Venezia, dovendosi consegnare quella città al pontefice: sebbene io non mancai di ripetere che