Ilei medesimo modo che ciascuna delle quattro sopra-dette, dalla quale si traggono a sorte più cittadini secondo il grado dell’ ufficio, come per il capitanato di Pisa trenta, per altri meno importanti venti , per altri dieci, e il minor numero è di cinque o sei : li quali tratti nel secreto del consiglio maggiore si mandano a partito,e quelli che ottengono la metà delle fave e una più s’imborsano, poi al cospetto di esso consiglio si trae uno a sorte, e quel- lo che è cosi estratto s’intende legittimamente eletto. Ed acciochè non si possa sapere chi abbia avuto più della metà delle fave e chi meno, si osserva che a mano a mano che vien portata la fava nel bossolo, quella subito senza esser veduta è posta in un cartoccio con un bollettino dentro , qual contiene il nome di colui che è andato a partito; poi confondono e mescolano li cartocci in modo che non si può sapere qual fava sia dell’ uno e quale dell’altro: poi di tali cartocci, compito che sia l’andare Lutti a partito, si principia ad aprire uno e numerare le fave non leggendo però il bollettino, e se quelle sono meno della metà abbruciano il bollettino cosi piegato. Quelli poi che si trovano passar la metà delle fave imborsano così piegati, della qual borsa poi se ne estrae uno a sorte , il quale è 1’ eletto , e gli altri bollettini che restano nelle borse non si leggono altrimenti, ma si cavano fuori e si abbruciano, di modo che ognuno può sperare di essere restato nella borsa ed anche d’avere avuto più fave degli altri. La terza sorte di ufficj reputati di maggior stima si fa per elezione in questo modo: cioè è deputala dal consiglio grande una borsa, nella quale sono imborsati tutti gli abili a questa sorta d’ufficj; e quando si viene a far 1 elezione, si trae di detta borsa certo numero di