383 ha camminato da un tempo in qua sempre a questo fine di mostrar loro quanto fosse per esser utile la sua grandezza in ogni occasione , volendo con ciò confermarsi in opinione per fino che gli paresse tempo , con l’autorità che sempre ha procurato d’acquistarsi, di promuovere gli ultimi secreti della sua intenzione. Ma s’è troppo presto scoperto, e ciascuno vedrà ogni dì più per l’avvenire, come sotto quella vi sia nascoso il timor solo di se stesso, perchè vede e conosce chiaramente che se punto gli voltasse il ciuffo la sua buona fortuna, giudicandosi tutte le cose dall’ evento, non saria più quel principe tanto savio, prudente ed accorto come si predica, ma diventeria come uno degli altri ; avvegnaché abbia pure un uomo tutte le doti e tutte le parti buone, non è finalmente più che un uomo ; ma il grido delle genti e l’applauso che cammina con la felicità è quello che fa gli uomini dii. Onde si vede quanta industria , quanta fatica e quanta pazienza convengasi usar dal duca di Firenze per conservare lo stato ; e come tutte le cose sue sieno sforzate, e poste sempre in pericolo manifesto, ohe solo con il rigore e col terrore, e collo spavento sta in piedi; che ad ogni minimo disturbo cangeriano forma tutte le cose sue, e non solamente i popoli ma le pietre si volteriano, e li suoi più cari e più stretti gli mancheriano. Queste cose adunque, insieme con le tant’ altre da me dette, ho voluto raccontare, acciocché si veda qual sia la grandezza di questo principe, in che ella consista, come la si possa fermare, e da qual parte gli possa venir disturbo ; lasciando però sopra di lui la disposizione della divina mente, che è quella che governa il tutto sapiente-mente.