249 con loro, e la cavalleria esce da più parli e sempre ritorna superiore e con qualche preda. E sebbene quesli signori hanno di continuo molti avvisi da più bande, nelli quali sono fatti certi il duca di Milano esser giunto a Bologna, quel di Ferrara e quel d’ Urbino dovervi esser di breve, e la serenità vostra insieme esser come accordata con Cesare e con il pontefice, e che per ciò non possano se non credere di essere abbandonati da ognuno, e che aspettino di ora in ora il principe che ritorna da Bologna con tre mila fanti, ed il Leva con grossa banda di lanzi, tuttavia non si perdono d’animo, ma sempre si dimostrano pivi pronti alla difesa e conservazione loro, e sempre con maggior costanza si confermano in volere, ovvero conseguir la libertà, ovvero portarsi di sorte, che se la perdono, speso e consumato tulto l’avere loro, non vi sopravviva alcuno,e solamente si dica qui fu Firenze ; dicendomi che non sanno pensare che la serenità vostra sia per consentire alla rovina loro, e sforzandosi di dimostrarmi, come più fiate ho detto , che quella saria certissima jatlura delle cose sue, e che la celsitudine vostra non deve, non seguendo pace e quiete universale di ognuno , fidarsi nè di Cesare nè del pontefice, perchè senza dubbio la intenzione loro è , non tanto d’insignorirsi di questo stato , e di servirsi delle forze di quello, quanto poi di voler diminuire ed abbassare quello delia serenità vostra, come solo impedimento a disporre secondo le voglie loro di tutta Italia : aggiungendomi che se saranno abbandonati dagli amici e massima-mente da quelli ai quali più si conviene conservare il viver libero , non saranno però abbandonati dalla grazia di nostro signore Iddio , come quelli che giustissimamea-te difendono dalla rapina e dalla tirannide le facoltà